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venerdì 20 giugno 2014

RITRATTO DI BONIFACIO VIII


Benedetto Caetani (1230-1303), salito al soglio pontificio nel dicembre 1294 con il nome di Bonifacio VIII, è sicuramente uno dei papi più celebri del medioevo. La sua fama tuttavia è oscura, dettata da quanto di lui dissero due voci importanti del suo tempo: Dante Alighieri in primo luogo, che nella Divina Commedia sembra ritrarre tra i gironi infernali la sagoma di un papa che gli interpreti vogliono identificare proprio con Bonifacio VIII, e Jacopone da Todi, in secondo luogo. L'uno e l'altro erano nemici giurati di questo papa, e per quanto non si possa dire che abbiano rovesciato contro di lui solo un mucchio di menzogne, certo le appesantirono creando un ritratto a fosche tinte. Esperto giurista, ritenuto un maestro in diritto canonico e un abile diplomatico, Benedetto aveva fatto una carriera assai veloce nei ranghi della Chiesa; nel dicembre 1294, quando dopo appena cinque mesi di papato Celestino V decise di abdicare, tutti chiamavano Benedetto castani "il signore della Curia" per la sua grande preparazione politica e canonistica. Fu eletto quasi all'unanimità durante un conclave rapidissimo, perché i cardinali del Sacro Collegio erano d'accordo su di lui; era la persona adatta per rimediare ai danni che il buon Celestino, uomo eccellente e santo quanto alle qualità personali, aveva involontariamente prodotto per la sua inesperienza delle cose di governo. L'elezione di Bonifacio VIII fu salutata da tutto il mondo cristiano come provvidenziale; il Gran Maestro dei Templari frate Jacques de Molay, che in quelle settimane si trovava a Napoli, dove la Curia era stata temporaneamente spostata, annunciò il fatto al re d'Aragona Giacomo II sottolineando che non si poteva scegliere un uomo più adatto, in quel momento storico. I sovrani inviarono ingenti doni; ma quello che più di tutti omaggiò il nuovo pontefice, fu Filippo IV di Francia comunemente detto il Bello per il suo aspetto fisico. 
Il sovrano francese inviò al papa un vero tesoretto di gioielli, per manifestare la sua approvazione, nel quale figuravano parecchi anelli preziosi; questi monili confluirono nel Tesoro papale, l'inventario del quale è stato pubblicato da E. MOLINIER, Inventaire du trésor du saint-Siège sous Boniface VIII (1295), in "Bibliothèque de l'École des Chartes", XLIX (1888), pp. 226-237. Fra di essi, c'era anche un anello con un grosso cammeo il quale raffigurava una giovane donna che tiene per mano un bambino.

Articolo per gentile concessione della dott.ssa Barbara Frale

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