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lunedì 16 aprile 2012

PAPA FELICE III


Felice III, della gens Anicia (Roma, ... – Roma, 1º marzo 492), fu il 48º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, che lo venera come santo. Fu papa dal 13 marzo 483 alla sua morte. Felice nacque da una famiglia senatoriale romana, la gens Anicia; sembra che prima di accedere agli ordini sacri, sia stato sposato ed abbia avuto un figlio, Gordiano, padre a sua volta del futuro Papa Agapito I e di Palatino, a sua volta padre di un secondo Gordiano e nonno di Papa Gregorio I. In realtà di Felice, titolare di Fasciolae, non si conosce nulla di certo fino a quando non successe a papa Simplicio (483). A quella data la Chiesa era ancora nel mezzo del suo lungo conflitto con l'eresia di Eutiche. L'anno precedente, l'imperatore Zenone, dietro suggerimento di Acacio, Patriarca di Costantinopoli, aveva pubblicato un editto noto come Henotikon o Atto di Unione, nel quale dichiarava che nessun simbolo di fede, diverso da quelli stabiliti a Nicea, con le aggiunte del 381, poteva essere riconosciuto. L'editto venne interpretato come un obbligo di riconciliazione tra cattolici ed eutichiani, ma provocò conflitti più grandi che mai, e divise la Chiesa orientale in tre o quattro fazioni. Nel momento in cui i cattolici rifiutarono l'editto, l'imperatore sostituì i patriarchi di Antiochia di Siria e quello di Alessandria d'Egitto. Pietro Fullo, un noto monofisita, si insediò nella sede di Antiochia e Pietro Mongo, occupò quella di Alessandria. Nel suo primo sinodo, Felice scomunicò Pietro Fullo, che fu condannato anche da Acacio in un sinodo di Costantinopoli. Nel 484, Felice scomunicò anche Pietro Mongo, un atto che fece sorgere un scisma fra Oriente ed Occidente e che non fu ricomposto per i successivi 35 anni. Pietro Mongo, tuttavia, si ingraziò l'imperatore ed Acacio sottoscrivendo l'Henoticon, e, con sommo dispiacere di molti dei vescovi, fu riammesso in comunione da Acacio. Felice, dopo aver convocato un nuovo sinodo, spedì dei legati all'imperatore e ad Acacio per ingiungergli di espellere Pietro Mongo da Alessandria e per costringere Acacio a presentarsi a Roma per spiegare la sua condotta. I legati furono catturati e imprigionati; poi spinti da minacce e promesse, entrarono in comunione con gli eretici inserendo il nome di Pietro Mongo nella lettura dei sacri dittici. Quando il loro tradimento fu reso noto a Roma da Simeone, uno dei monaci Acaemeti, Felice convocò un sinodo di 77 vescovi nella Basilica Laterana, che scomunicò Acacio ed i legati pontifici. Sostenuto dall'imperatore, Acacio ignorò la scomunica, rimosse il nome del papa dai sacri dittici e rimase nella sua sede fino alla morte, che ebbe luogo uno o due anni più tardi. Il suo successore Fravita, inviò dei messaggeri a Felice con l'assicurazione che non sarebbe stato in comunione con Pietro Mongo, ma, avendo il papa compreso che questa era una falsità, lo scisma continuò. Pietro, essendo nel frattempo morto Etimo, il successore di Fravita, cercò di rientrare in comunione con Roma ma il papa rifiutò, dato che il nuovo vescovo non toglieva i nomi dei suoi due predecessori dai sacri dittici. Lo scisma, noto come Scisma Acaciano terminò solo nel 518, durante il regno di Giustiniano I di Bisanzio. In Africa, i Vandali Genserico e suo figlio Unerico avevano perseguitato la Chiesa per più di 50 anni ed avevano costretto molti cattolici all'esilio. Quando la pace fu ristabilita, molti di quelli che per paura erano caduti nell'eresia ed erano stati ribattezzati ariani, desiderarono ritornare alla Chiesa. Poiché venivano respinti da coloro che erano rimasti fedeli, fecero appello a Felice, che convocò un sinodo nel 487, e spedì una lettera ai vescovi d'Africa in cui esponeva le condizioni alle quali costoro avrebbero potuto essere riammessi in seno alla Chiesa. Felice morì nel 492, dopo 8 anni, 11 mesi e 23 giorni di regno. Fu sepolto nella tomba di famiglia della basilica di San Paolo fuori le mura. Felice III avrebbe dovuto essere chiamato Felice II, in quanto papa Felice II è considerato un antipapa, tuttavia, dato che l'antipapa Felice II subì il martirio ed è venerato dalla Chiesa cattolica come santo, nella numerazione è stato ugualmente considerato.


La festa di Felice ricorre il 1º marzo.
Dal Martirologio Romano (ed. 2004):
« 1º marzo - A Roma presso San Paolo sulla via Ostiense, san Felice III, papa, che fu antenato del papa san Gregorio Magno. »

Fonte: Wikipedia

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