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mercoledì 14 aprile 2010

IL DICTATUS PAPAE

Il Dictatus Papae è una raccolta di ventisette enunciati emanata da Gregorio VII nell'anno 1075 e di cui esiste anche una seconda redazione, la Auctoritates Apostolice Sedis. Gli assiomi volgono a dimostrare l'assoluta supremazia del Papa.

I «Quod Romana ecclesia a solo Domino sit fundata.» Che la Chiesa Romana è stata fondata da Dio e da Dio solo.
II «Quod solus Romanus pontifex iure dicatur universalis.» Che il Pontefice Romano è l'unico che può essere giustamente chiamato universale.
III «Quod ille solus possit deponere espiscopus vel reconciliare.» Che Egli solo può deporre o riammettere i vescovi.
IV «Quod legatus eius omnibus episcopis presit in concilio etiam inferioris gradus et adversus eos sententiam depositionis possit dare.» Che in qualunque concilio il suo legato, anche se minore in grado, ha autorità superiore a quella dei vescovi, e può emanare sentenza di deposizione contro di loro.
V «Quod absentes papa possit deponere.» Che il Papa può deporre gli assenti.

VI «Quod cum excommunicatis ab illo inter cetera nec in eadem domo debemus manere.» Che, fra le altre cose, non si possa abitare sotto lo stesso tetto con coloro che egli ha scomunicato.
VII «Quod illi soli licet pro temporis necessitate novas leges condere, novas plebes congregare, de canonica abatiam facere et e contra, divitem episcopatum dividere et inopes unire.» Che ad Egli solo è legittimo, secondo i bisogni del momento, fare nuove leggi, riunire nuove congregazioni, fondare abbazie o canoniche; e, dall'altra parte, dividere le diocesi ricche e unire quelle povere.
VIII «Quod solus possit uti imperialibus insigniis.» Che Egli solo può usare le insegne imperiali.
IX «Quod solius pape pedes omnes principes deosculentur.» Che solo al Papa tutti i principi devono baciare i piedi.
X «Quod illius solius nomen in ecclesiis recitetur.» Che solo il Suo nome sia pronunciato nelle chiese.
XI «Quod hoc unicum est nomen in mundo.» Che il Suo nome è il medesimo in tutto il mondo.
XII «Quod illi liceat imperatores deponere.» Che ad Egli è permesso di deporre gli imperatori.
XIII «Quod illi liceat de sede ad sedem necessitate cogente episcopos transmutare.» Che ad Egli è permesso di trasferire i vescovi secondo necessità.
XIV «Quod de omni ecclesia quocunque voluerit clericum valeat ordinare.» Che Egli ha il potere di ordinare un sacerdote di qualsiasi chiesa, in qualsiasi territorio.
XV «Quod ab illo ordinatus alii eclesie preesse potest, sed non militare; et quod ab aliquo episcopo non debet superiorem gradum accipere.» Che colui che Egli ha ordinato può dirigere un'altra chiesa, ma non può muovergli guerra; inoltre non può ricevere un grado superiore da alcun altro vescovo.
XVI «Quod nulla synodus absque precepto eius debet generalis vocari.» Che nessun sinodo sia definito "generale" senza il Suo ordine.
XVII «Quod nullum capitulum nullusque liber canonicus habeatur absque illius auctoritate.» Che un testo può essere dichiarato canonico solamente sotto la Sua autorità.
XVIII «Quod sententia illius a ullo debeat retractari et ipse omnium solus retractare possit.» Che una Sua sentenza non possa essere riformata da alcuno; al contrario, Egli può riformare qualsiasi sentenza emanata da altri.
XIX «Quod a nemine ipse iudicare debeat.» Che Egli non possa essere giudicato da alcuno.
XX «Quo nullus audeat condemnare apostolicam sedem apellantem.» Che nessuno può condannare chi si è appellato alla Santa Sede.
XXI «Quod maiores cause cuiscunque ecclesie ad eam referri debeant.» Che tutte le cause maiores, di qualsiasi chiesa, debbano essere portate davanti a Lui.
XXII «Quod Romana ecclesia nunquam erravit nec imperpetuum scriptura testante errabit.» Che la Chiesa Romana non ha mai errato; né, secondo la testimonianza delle Scritture, mai errerà per l'eternità.
XXIII «Quod Romanus pontifex, si canonice fuerit ordinatus, meritis beati Petri indubitanter efficitur sanctus testante sancto Ennodio Papiensi episcopo ei multis sanctis patribus faventibus, sicut in decretis beati Symachi pape continetur.» Che il Pontefice Romano eletto canonicamente è senza dubbio alcuno santificato in virtù dei meriti di San Pietro, secondo quanto detto da sant'Ennodio, vescovo di Pavia, confermato da molti santi padri che lo hanno sostenuto, secondo i decreti di San Simmaco papa.
XXIV «Quod illius precepto et licentia subiectis liceat accusare.» Che, dietro Suo comando e col suo consenso, i vassalli hanno titolo per presentare accuse
XXV «Quod absque synodali conventu possit episcopus deponere et reconciliare.» Che Egli possa deporre o reinsediare vescovi senza convocare un sinodo.
XXVI «Quod catholicus non habeatur, qui non concordat Romane ecclesie.» Che colui il quale non è in pace con la Chiesa Romana non sia da considerare cattolico.
XXVII «Quod a fidelitate iniquorum subiectos potest absolvere.» Che Egli possa liberare i sudditi dall'obbligo di obbedienza ai principi che hanno imposto il loro potere con la forza.



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